Quando ero piccola i miei genitori mi portavano in Toscana per le vacanze estive. I ricordi di quelle estati danzano ancora davanti ai miei occhi.
I pomeriggi in bicicletta con gli amici del mare, le chiacchiere infinite, il gracidare delle rane, i gelati mangiati in spiaggia dopo il bagno, le partite a calcetto (senza rullare!😜), i bagni col mio papà fino al pontile a osservare i granchi, i castelli di sabbia, le “panzanelle” della signora Fiammetta, lo scivolo insaponato nel prato di Matteo e Giulio, le Alpi Apuane e le cave di marmo…
Portavo a casa da quei mesi felici piccoli oggetti che assumevano un valore incommensurabile. Tesori preziosi e da custodire, da riguardare, manipolare: le biglie usate sulla spiaggia, una bambolina “pescata” al luna park, un braccialetto, una molletta per i capelli con una stella a un’estremità…
Ogni volta che tenevo in mano e riguardavo uno di quei cimeli fantasticavo sulle avventure vissute, sulle estati a venire. Chissà se avrebbero avuto ancora il profumo delle ciambelle e della focaccia gustate con i piedi affondati nella sabbia; chissà se avrebbero avuto il sapore del mare, delle creme solari, della plastica dei miei braccioli preferiti…
Percepisco ancora il senso di speranza e di felicità che mi invadeva, quell’istinto che tutto poteva accadere. Si dice che l’olfatto è il senso maggiormente legato al ricordo; eppure tantissimi ricordi di quelle estati mi avvolgono ascoltando certe canzoni di quell’epoca. Poche note e ritrovo quel senso di infinito percepito allora.
Ho ancora un paio di biglie nella borsa – non quelle che usavo con gli amici del mare per fare le gare sulla sabbia ma quelle pesanti, trasparenti, che mettevo contro sole per riempirle di riflessi. Dev’esserci qualcosa di magico nelle biglie; rotonde, liscie, solide…Farne girare una sul palmo della mano e osservarne le rugosità o la superficie perfettamente levigata…Pura meraviglia.
Ho sempre trovato facile tornare bambina ed entusiasmarmi per quello che mi esaltava allora. E’ un “esercizio” che trovo riesca a liberare una parte di me spontanea e istintiva, io che ancora sono alla ricerca della mia parte più pragmatica, nascosta in qualche meandro…😜
La “mania” di portare a casa dei piccoli ricordi delle vacanze un po’ è rimasta, ma sempre più spesso mi accorgo di avere voglia di tenere con me sensazioni più che oggetti, esperienze più che ricordi tangibili.
Rivedo allora immagini – come cartoline inviate ai nonni da quelle vacanze estive – che evocano momenti, dettagli che portano con sè un mondo intero di sensazioni. Un faro al tramonto, avvolto dalle nuvole, un piatto di spaghetti mangiato con un’amica, cavalli in libertà con le criniere al vento, sabbia nera come la pece, un abbraccio con la promessa di rivedersi, un ombrellone nascosto e ritrovato anno dopo anno…
Quando ripenso a ciò che mi fa vibrare l’anima, vedo cose semplici: natura, persone care, cibo, parole, sguardi, sorrisi.
La felicità è una cosa semplice, e si può trovare ogni giorno, in ogni cosa intorno a noi. Auguro a tutti noi di tornare dalle vacanze con valigie leggere, senza troppi souvenir, e il cuore gonfio di ricordi e di ciò che veramente ci rende ricchi.
💙💙💙
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