Il progresso (nella pratica e nella vita) non è lineare.

Nelle parole di Leonard Susskind, fisico e professore emerito all’Università di Stanford:

“La gente pensa che vi siano regole chiare e definite nella scienza: realizziamo esperimenti, acquisiamo i risultati e li interpretiamo. Alla fine, otteniamo qualcosa. Il progresso scientifico, invece, è umano, caotico e conflittuale come tutto il resto”.

Umano, caotico, conflittuale. Ecco, forse vederla in questo modo può sembrare non particolarmente costruttivo, ma parafrasando il concetto si può dire che qualsiasi percorso – nello sport, nell’alimentazione, nel mondo del lavoro – non avviene  secondo una progressione lineare.

Sarebbe bello e comodo se ogni nuovo giorno potessimo migliorare anche solo di poco in quello che facciamo. Invece quelli che pensiamo passi indietro o i momenti di “stallo” sono parte integrante del processo, ed è importante imparare a considerarli come tali.

Iluminante la newsletter di un paio di settimane fa di Farnam Street, che suggerisce in modo perfetto l’atteggiamento da usare quando ci si pone un obiettivo, di qualunque genere. E’ importante avere un istinto progettuale, ma spesso guardare al traguardo può spaventarti e inibirti, perchè vedi la complessità e la fatica di ciò che vuoi raggiungere. Il passo tra dove sei ora e dove vuoi arrivare appare enorme.

Se cambi il tuo punto di vista e riduci il divario tra il punto di partenza e quello di arrivo fare quello che vuoi fare diventa più facile. Concentrati sul primo gesto da fare per avviare il tuo progetto. Come quando srotoli il tappetino per iniziare il tuo allenamento. 😉 Fallo senza pensarci troppo, poi siediti o sdraiati. Sei nella posizione perfetta per iniziare la tua sessione, e ora non ti rimane che muoverti.

“Come quando i ragazzini devono fare i compiti. Spesso arrivano a casa con una montagna di cose da fare a cui è chiaro che devono dedicare diverse ore. Se si concentrano sulla distanza tra l’arrivo a casa e l’aver completato tutti i compiti, iniziare è super difficile. Se si concentrano solo sul primo esercizio, l’azione di cominciare è molto più semplice”.

E poi:

“Non concentrarti sullo scrivere un libro intero. Concentrati sullo scrivere una bella frase.

Non concentrarti sul perdere 10 chili. Concentrati sul pasto sano che farai questa sera.

Concentrati sul prossimo, piccolo passo”.

Cosa ne pensi? Trovo che ragionare in questo modo renda ogni obiettivo meno spaventoso, più accessibile, e che sia possibile affrontare la fatica del viaggio con maggiore serenità. 💙

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