Hai presente quei libri in cui ogni pagina è una piccola meraviglia, ogni frase ha qualcosa da insegnarti e vorresti ricordarti TUTTO?🙂

” Il piccolo libro dell’Ikigai” sarà anche “piccolo”, ma è una miniera infinita di ispirazione e piccole abitudini preziose da inserire nella vita di tutti i giorni.

Ikigai è una parola giapponese che si può tradurre con “ragione di vita”.

“L’Ikigai abita il regno delle piccole cose: l’aria mattutina, una tazza di caffè caldo, un raggio di sole sulla scrivania… L’Ikigai riguarda la scoperta, la definizione e l’apprezzamento dei piaceri che la vita ci offre e che per ciascuno di noi racchiudono un significato particolare”.

I giapponesi hanno tanti modi in cui trovano ed esprimono l’Ikigai nella loro vita; l’essenza profonda di questa ricerca è il godimento del momento presente e delle piccole cose quotidiane.

L’Ikigai si fonda su cinque pilastri, che riassumono concetti alla portata di tutti; concetti estremamente semplici, ma che possono avere nella nostra vita una portata deflagrante. E che sanno di cerimonia del tè, di fiori di ciliegio e di sorrisi cortesi.🌸🌸🌸

– Cominciare in piccolo.

Spesso pensiamo al Giappone come sinonimo di alta qualità dei servizi, arte della presentazione e attenzione ai dettagli.

“Un concetto che aiuta a chiarire perchè il Paese del Sol Levante riesce a garantire beni e servizi di levatura così alta, è il concetto di kodawari. In inglese diventa spesso “commitment” o “insistence”: siamo nell’area semantica dell’impegno, della dedizione, della caparbietà.

Il kodawari indica uno standard personale a cui il singolo individuo si attiene con tenacia, e viene frequentemente (anche se non sempre) associato al grado di qualità o professionalità della persona in questione.

Il kodawari è di natura strettamente personale ed esprime l’orgoglio per ciò che si fa”. 

Quali sono, ad esempio, gli ingredienti per creare una scodella di Ramen perfetto? Oltre alla scelta dei prodotti migliori, ciò che rende il piatto squisito è la cura di ogni dettaglio, ogni piccolo gesto che concorre alla sua realizzazione: i giapponesi sono stati in grado di trasformare un piatto di importazione ( i ramen noodles sono un tipo di pasta originaria della Cina) in un’espressione culinaria di grande spessore. E la soddisfazione è il sorriso del cliente, l’apprezzamento dimostrato per un pasto così curato e gustoso.

In Giappone produrre “qualcosa di “buono” non è sufficiente: e la ricerca di una qualità sempre più alta finisce per creare una sorta di “follia creativa”.

Seguendo questo tipo di logica, non è insensato ambire alla coltivazione del “frutto perfetto”. In Giappone vengono coltivati i “meloni di Sembikiya”, che arrivano a costare 160 euro al pezzo e che solitamente vengono regalati: donare uno di questi meloni equivale a offrire la massima attestazione di rispetto. E la cosa sconvolgente ma ovvia, è che anche un melone così pregiato, per essere goduto deve essere mangiato….Il che anticipa il quarto pilastro, la gioia delle piccole cose.

–  Dimenticarsi di sè.

Nel tempio di Eihei-ji, uno dei centri di eccellenza del Buddismo zen, fondato nel 1244 e ancora operativo, si svolge la formazione dei monaci.

Una caratteristica affascinante e lontana dal modo di pensare a cui siamo abituati è l’assenza di qualsiasi forma di meritocrazia.

“Nel mondo esterno è normale  guadagnare punti e crediti per avere fatto qualcosa di buono e importante. Qui invece nessuna azione lodevole viene ricompensata. Qualunque cosa si faccia, per quanto coscienziosamente si mediti o si sbrighino i lavori quotidiani, una volta entrati qui ogni differenza risulta annullata e si viene trattati tutti alla stregua di semplici apprendisti: si diventa cioè esseri anonimi, quasi invisibili. L’individualità non ha più alcuna importanza”.

Vivere in un luogo immutato da secoli e godere in ogni momento della bellezza degli arredi e dell’architettura del tempio riempie l’esperienza sensoriale dei monaci, che arrivano a provare un senso di beatitudine fuori dal tempo. Dimenticarsi di sè apre gli occhi a un mondo percettivo compleamente nuovo: mangiare una semplice fragola diventa assaporare la sua essenza, misteriosa e unica.

– Armonia e sostenibilità.

Nel cuore di Tokyo, gli edifici del Tempio di Meiji sono immersi in settanta ettari di fitta vegetazione. Passeggiare per questa foresta – artificiale – diretti al tempio è un’attività molto apprezzata sia dai locali sia dai turisti, che possono sedersi per un tè o mangiare in tranquillità nei vari ristoranti nascosti tra gli alberi.

I terreni del santuario Meiji ospitano anche una colonia di astori divenuta simbolo della ricchezza di quest’immensa foresta cittadina, habitat di diverse specie rare. 

Questo ambiente non sarebbe sostenibile se non esistessero gli sforzi della gente comune per mantenere intatto un equilibrio sottile.

“Ogni giorno si vedono all’opera addetti intenti a spazzare le stradine che portano al santuario e a raccogliere con grande cura ed eleganza le foglie cadute, spettacolo che è fonte di enorme piacere e ispirazione per l’osservatore. Con altrettanta cura le foglie vengono poi ridistribuite ai piedi degli alberi perchè si trasformino in prezioso nutrimento per le radici; col tempo verranno decomposte dai funghi e torneranno alla terra, a beneficio delle future generazioni di piante”.

I ruoli più semplici e “di servizio” assumono un valore inestimabile se letti in questa luce, perchè contribuiscono come tutti gli altri al funzionamento della società e la rendono sostenibile.

“La sostenibilità è un’arte di vivere che richiede ingegno e abilità. L’uomo è come una foresta fatta di tanti individui singoli ma interconnessi e interdipendenti”.

– La gioia per le piccole cose.

Pensiamo che a renderci felici siano le cose materiali, una posizione sociale, un lavoro stabile, una famiglia. Che solo dopo avere ottenuto ciò a cui tendiamo attraverso lo studio e il lavoro saremo sereni e realizzati.  

In realtà la nostra felicità ha bisogno di cose semplici; i nostri occhi devono aprirsi alla bellezza del mondo in tutte le sue manifestazioni, per quanto piccole.

Nelle parole di Sei Shonagon, dama di corte al servizio dell’imperatrice Teishi e autrice di una raccolta di saggi intitolata “Note del guanciale” :

“Cose che suscitano tenerezza. Il viso di un bambino dipinto su un melone. Un passerotto che saltella verso il finto richiamo di un roditore. Un bambino che gattona in fretta, per andare a raccogliere un batuffolo di polvere da mostrare agli adulti”.

E’ facile percepire le affinità con il concetto di Mindfulness – la capacità di vivere il momento presente e di astenersi dall’esprimere giudizi. Ed è qui che si apre il quinto pilastro, stare nel qui e ora.

– Stare nel qui e ora.

Quando siamo totalmente immersi in un’attività, al punto da dimenticarci di tutto ciò che ci circonda, entriamo in uno stato di “flusso” in cui godiamo di ciò che facciamo senza secondi fini, semplicemente rimanendo nel momento presente.

“Quando siamo nel flusso non lavoriamo per guadagnare soldi, o comunque il guadagno cessa di essere la nostra priorità. Semmai, lavoriamo perchè lavorare è fonte di un immenso piacere. Il guadagno non è che un valore aggiunto”.

Hayao Miyazaki, grandissimo maestro dell’animazione giapponese, trascorre lunghe ore a disegnare per realizzare i suoi anime. Il suo lavoro è riconosciuto in tutto il mondo e Miyazaki gode di un seguito nutritissimo di ammiratori. Eppure, la vera ricompensa per ciò che fa è l’atto creativo in sè.

“Miyazaki crea i suoi anime in uno stato di flusso, e si vede”.

Dove entrare nello stato di flusso si traduce in una qualità elevatissima del lavoro svolto.

– Usa le condizioni in cui ti trovi, e cerca di migliorare la tua situazione.

Un mondo che mi affascina incredibilmente , e che esiste esclusivamente in Giappone, è quello dei sumotori, i lottatori di Sumo.

Il sogno di diventare un grande lottatore molto spesso si scontra con la dura realtà – solo uno su dieci riesce ad accedere alle categorie più alte e ad avere una carriera. Eppure la magia del Sumo è ciò per cui un lottatore rimane anche se ha pochissime prospettive di diventare un professionista e di ottenere ampi guadagni.

I Sumotori delle categorie inferiori vivono in grandi sale comuni e svolgono una serie di attività per i Sekitori (i lottatori delle categorie superiori), come preparare il cibo, fare le pulizie, prendersi cura dell'”heya“, il centro di allenamento. Il passaggio tra le categorie dipende dalle vittorie o sconfitte dei lottatori, in modo molto semplice.

L’insieme di rituali, gesti, la sua appartenenza a una tradizione culturale ricchissima fanno del Sumo un mondo ambito e celebrato, seguito da appassionati in tutto il mondo.

I Sumotori insegnano che nella vita è possibile accettare ciò che ci viene offerto e tentare di migliorare la propria posizioneConsiderato in questa prospettiva, il confine tra perdenti e vincitori svanisce progressivamente. Perchè la felicità non arriva solo dalla vittoria, ma anche da tutti i gesti quotidiani di allenamento e partecipazione alla vita della comunità.

 – Un bellissimo viaggio.

Puoi leggere questo libro alla ricerca di risposte e ispirazione, ma puoi semplicemente pensare di fare un meraviglioso viaggio in una terra davvero affascinante, piena di incredibile bellezza. La diversità, inizialmente spiazzante, può diventare illuminazione, darti una prospettiva diversa sul mondo, disegnare un sentiero degno di essere esplorato.

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