Meditazione è la scoperta che la meta dell’esistenza

è sempre raggiunta nell’istante presente

Alan Wilson Watts

Uno dei libri più interessanti e  “nutrienti” che ho letto negli ultimi anni è “Full catastrophe living” (in italiano “Vivere momento per momento. Sconfiggere lo stress, il dolore, l’ansia e la malattia con la Mindfulness“) di Jon Kabat-Zinn. Si tratta della “bibbia” della mindfulness perchè:

–  spiega da un punto di vista scientifico in che modo coltivare la presenza mentale può aiutare nella gestione dello stress e del dolore cronico

– fornisce elementi pratici su cui lavorare nella vita di tutti i giorni per perseguire uno stato sempre più vicino a quello di calma vigile.

In questo volume corposo Kabat-Zinn parla in modo estensivo, riprendendoli di capitolo in capitolo, di alcuni principi fondamentali che costituiscono i sette pilastri della mindfulness (dove per mindfulness intendo presenza mentale, consapevolezza): una guida per praticare la consapevolezza in modo efficace e significativo.  Eccone l’elenco:

  1. Non giudizio: la mindfulness richiede di osservare le proprie esperienze senza giudizio, accettando le cose esattamente come sono, senza etichettarle come positive o negative. E’ nostra abitudine catalogare gli eventi e le emozioni come “buoni” o “cattivi”, quando in realtà nessun evento è negativo di per sè, ma solo se lo interpretiamo come tale. Il nostro obiettivo è quindi quello di riconoscere che ogni evento semplicemente “accade” e non contro di noi o per metterci in difficoltà.
  2. Pazienza: essere pazienti consente di accettare il momento presente così com’è, senza cercare di cambiarlo o di spingerlo in una direzione diversa. Pazienza è anche riconoscere che il nostro percorso di crescita e di ricerca non è lineare, ma che possiamo esercitare la benevolenza verso noi stessi, prendendo atto di come le nostre energie cambiano nei vari periodi della nostra vita e di giorno in giorno. Pazienza è respirare profondamente e prendersi del tempo per rispondere anziché reagire impulsivamente alle situazioni stressanti o frustranti.
  3. Mente del principiante: avvicinarsi a ogni momento con uno spirito di apertura e curiosità, anche se si tratta di qualcosa di familiare. Si tratta di essere disposti ad apprendere e ad esplorare sempre nuovi aspetti della propria esperienza, smettere di “dare per scontate” le conoscenze già acquisite e leggere le nuove esperienze come farebbe un bambino, che le vive per la prima volta.
  4. Fiducia: fiducia nel proprio intuito e nella saggezza interiore, permettendosi di affidarsi al proprio sé profondo anziché lasciarsi guidare dalle aspettative esterne. L’istinto è ciò che ha permesso alla nostra specie di sopravvivere nel corso dei secoli, eppure spesso nella nostra vita di oggi lo inibiamo, cerchiamo di razionalizzare e di prendere le decisioni senza ascoltare la nostra voce interiore; proviamo a lasciare che ci guidi verso scelte che rispecchiano i nostri valori e le nostre esigenze.
  5. Non-sforzo: contrariamente alla mentalità occidentale, che spinge verso il raggiungimento degli obiettivi attraverso lo sforzo e la volontà, la mindfulness incoraggia a permettere alle cose di accadere in modo naturale. E’ lecito e umano prefiggersi deli obiettivi, ma è anche possibile e giusto concedersi dei momenti di pausa e di riposo senza sentirsi in colpa. Torniamo al concetto di gentilezza verso noi stessi anziché sforzarci costantemente di raggiungere obiettivi e risultati.
  6. Accettazione: accettare le cose così come sono, piuttosto che resistere o negare ciò che sta accadendo, è fondamentale per praticare la mindfulness. Accettare non significa rassegnarsi o essere passivi, ma piuttosto comprendere e abbracciare la realtà presente, anche affidandosi a un’intelligenza universale che potrebbe portare nella nostra vita ciò di cui abbiamo bisogno, piuttosto che quello che vogliamo.
  7. Lasciar andare: la nostra tendenza costante è a controllare tutte le situazioni e le esperienze della vita, ma in questo modo non permettiamo loro di fluire naturalmente. Se riusciamo a non aggrapparci e non resistere, se riusciamo a lasciar andare ciò che è già passato e ciò che è al di là del nostro controllo, riusciamo a vivere con maggiore serenità e libertà. Praticare con pazienza l’accettazione di situazioni che sono al di là del tuo controllo, lasciare che ogni cosa segua il suo corso naturale ti permette di concentrare le tue energie su ciò che puoi influenzare.

Questi sette pilastri offrono una guida preziosa per coloro che desiderano approfondire la loro pratica della mindfulness e vivere in modo più consapevole e centrato nel momento presente.

Mi piace pensare che sono 7 come i giorni della settimana,  quindi ti lancio una piccola sfida: ogni giorno prova a concentrarti su un pilastro e compi piccole azioni che lo portano nella tua vita. Bastano semplici gesti con te stesso, con le persone più care e con tutte quelle che incroci per caso durante la giornata lavorativa e non.

Come dicono i monaci zen, questo esercizio non è facile, ma è molto semplice; compiere piccoli passi è accessibile per tutti e potrebbe cambiare la tua visione di ciò che accade intorno a te.

Si comincia lunedì con la pratica del non giudizio. 😃Accetti la mia proposta?

 

 

 

 

 

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