“L’acqua di un fiume si adatta al cammino possibile, senza dimenticare il proprio obiettivo: il mare”.
“A água de um rio adapta-se ao caminho que é possível, sem esquecer do seu objetivo: o mar”.
Paulo Coelho
Nell’anno passato abbiamo dovuto attingere alla nostra capacità di adattamento per affrontare una situazione inaspettata e unica. Così solidi nelle nostre abitudini, che fanno parte della nostra forza, abbiamo dovuto rivedere le nostre zone di comfort, cercare nuovi equilibri.
Per alcuni di noi è stato più facile, per altri molto difficile.
Forse ognuno deve alla sua storia passata l’attitudine più o meno spiccata ad adattarsi a una nuova situazione.
Ho sempre pensato che questa capacità di adeguamento fosse una dote, e alcune circostanze della mia vita mi hanno insegnato che a volte la sopravvivenza è possibile proprio grazie a questa abilità di quasi mutare la propria pelle.
Ho scoperto nel tempo che esiste una sottile linea di confine tra adattarsi e snaturare ciò che siamo nel profondo.
Il camaleonte, che nel pensiero comune cambia il suo colore per mimetizzarsi con l’ambiente circostante, e per questo è un po’ il simbolo dell’adattamento efficace, in realtà muta colore in determinate condizioni fisiche o fisiologiche – temperatura e luce influenzano i suoi colori, e stati emozionali come la paura.
Che strano animale, così particolare, con quegli occhi in grado di muoversi separatamente, le zampe avvolgenti sui rami degli alberi, le sembianze di un piccolo dinosauro. Così trasparente nelle sue emozioni da colorare il suo aspetto esteriore.
Noi umani, invece, celiamo spesso nel nostro mondo interiore paure, gioie, emozioni. E quando le condizioni esterne cambiano, ci adattiamo come possiamo, sembriamo rimanere gli stessi esteriormente quando dentro di noi si alternano mille pensieri, mille dubbi.
Chi è abituato a camminare dentro di sè sa che i cambiamenti – anche quelli a cui non siamo pronti e che avvengono in modo incontrollato, inaspettato e brutale – sono opportunità.
Per non farsi travolgere dalla vita, per domandarsi se la direzione in cui andiamo corrisponde al nostro sentire, per ascoltare quel sentire profondo spesso nascosto da strati di abitudini e doveri.
Auguro a tutti noi di essere come il fiume di cui parla Coelho: di adattarsi al cammino possibile quando è necessario, e di guardare oltre ciò che è difficile accettare nell’immediato. La strada può sembrare lunga e a volte frustrante, ma all’orizzonte si intravede il mare.
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